Il riso rappresenta uno degli alimenti più diffusi e apprezzati a livello globale, costituendo una fonte primaria di carboidrati complessi nella dieta quotidiana di molte popolazioni. Tuttavia, è importante sottolineare che non tutte le varietà di riso hanno lo stesso effetto sulla glicemia: alcune tipologie, infatti, presentano un indice glicemico elevato, il che significa che possono far aumentare rapidamente i livelli di zucchero nel sangue.
Come consumare il riso per ridurre l’indice glicemico
Come accennato, alcune varietà di riso hanno un indice glicemico più alto rispetto ad altre, e ciò comporta un incremento più rapido dei livelli di glucosio nel sangue. Questo aspetto può rappresentare una criticità soprattutto per chi soffre di diabete, insulino-resistenza o per chi desidera mantenere stabili i valori glicemici nel tempo.

Fortunatamente, esistono diverse strategie per abbassare l’indice glicemico del riso, sia attraverso la scelta di varietà più adatte, sia modificando le modalità di preparazione e consumo. Vediamo quindi quali sono i metodi più efficaci per ridurre l’impatto glicemico del riso, così da evitare bruschi aumenti della glicemia dopo il pasto.
Come già anticipato, esistono diversi accorgimenti utili e il primo passo fondamentale consiste proprio nella selezione di una varietà di riso a basso indice glicemico. Non tutte le tipologie di riso sono uguali e la scelta può incidere in modo significativo sul benessere del nostro organismo. Analizziamo ora quali sono le varietà più indicate.
Quale varietà di riso scegliere
La scelta della varietà di riso è il primo elemento da considerare per ridurre l’indice glicemico del pasto. Alcune tipologie, infatti, sono più ricche di amido resistente e fibre, elementi che rallentano l’assorbimento del glucosio da parte dell’organismo. Il riso integrale, ad esempio, è particolarmente consigliato perché meno raffinato: mantiene la crusca e il germe, ricchi di fibre e micronutrienti.

Il riso integrale presenta un indice glicemico medio di circa 55, nettamente inferiore rispetto al riso bianco, il cui indice può variare tra 70 e 90. Anche il riso basmati, soprattutto nella versione integrale, è una scelta eccellente grazie al suo indice glicemico più basso rispetto ad altre varietà di riso bianco: il basmati bianco, ad esempio, ha un indice glicemico di circa 58.
Altre opzioni valide sono il riso nero e il riso rosso, che oltre ad avere un basso indice glicemico, sono ricchi di antiossidanti e fibre. Queste varietà integrali colorate offrono ulteriori benefici per la salute. Infine, il riso selvatico, pur non essendo un vero e proprio riso, viene spesso utilizzato come tale: ha un indice glicemico molto basso ed è particolarmente ricco di fibre e proteine.
Come cuocere il riso
Anche la modalità di cottura incide in modo significativo sull’indice glicemico del riso. Una cottura prolungata, infatti, favorisce la liberazione dell’amido, rendendo il riso più facilmente digeribile e aumentando così il suo indice glicemico. È quindi preferibile cuocere il riso al dente, ossia lasciandolo leggermente meno cotto rispetto ai tempi indicati: in questo modo l’amido rimane meno gelatinizzato e viene assorbito più lentamente dall’intestino.

Un trucco particolarmente efficace per abbassare ulteriormente l’indice glicemico consiste nel cuocere il riso, lasciarlo raffreddare completamente in frigorifero per almeno 12 ore e poi riscaldarlo prima del consumo. Questo procedimento modifica la struttura dell’amido, trasformandolo in amido resistente.
L’amido resistente non viene digerito nell’intestino tenue e quindi non provoca un rapido aumento della glicemia. Inoltre, agisce come una fibra solubile, contribuendo al benessere del microbiota intestinale. Per questo motivo, può essere utile preparare il riso la sera prima, conservarlo in frigorifero e utilizzarlo il giorno successivo, ad esempio per un’insalata di riso o semplicemente riscaldandolo in padella.
Come abbinare il riso ad altri alimenti
La composizione complessiva del pasto gioca un ruolo chiave nel determinare la risposta glicemica. È quindi consigliabile abbinare il riso ad alimenti ricchi di fibre, grassi buoni o proteine, poiché questi nutrienti contribuiscono a rallentare l’assorbimento del glucosio nel sangue.

Ad esempio, il riso può essere associato a legumi come lenticchie, ceci o fagioli, oppure a fonti proteiche come tofu, uova, pesce o carni magre. Per quanto riguarda i grassi salutari, si può aggiungere un filo di olio extravergine d’oliva, avocado o noci, che aiutano a rallentare ulteriormente l’assorbimento dei carboidrati.
Per incrementare l’apporto di fibre, è consigliabile accompagnare il riso con verdure a foglia verde, zucchine, broccoli, carote crude o cotte al vapore. Le fibre, infatti, contribuiscono a ridurre l’indice glicemico complessivo del pasto. Infine, è fondamentale prestare attenzione alle porzioni: anche se si scelgono varietà e abbinamenti adeguati, una quantità eccessiva di riso può comunque apportare un elevato carico di carboidrati.